Liberaci dal male…ecc… ecc…

Pubblicando questo scritto di Saotome Sensei vorrei contribuire alla divulgazione di alcuni fondamentali princìpi che noi tutti dovremmo cercare (almeno) di seguire, abbiate la pazienza di leggerlo tutto.

_”Poichè l’Aikido è un arte marziale il cui scopo è quello di raffinare lo spirito umano e promuovere la pace nel mondo, il dojo di Aikido riunisce in sè gli influssi del dojo religioso e della società guerriera.

L’Aikido non è una religione, in quanto non ha nè dogmi nè dottrine, ma una semplice ricerca spirituale, per quanto profonda. Il dojo di Aikido è un tempio dello spirito, sia di quello del singolo individuo, sia dello spirito divino che è in ogni cosa dell’universo. Il dojo di Aikido deve anche mantenere la severa disciplina di una comunità di guerrieri, perchè l’Aikido è Budo, la via del guerriero.

L’Aikido non deve essere considerato una teoria astratta di valori spirituali, ma un allenamento pratico che rafforza il vostro coraggio, la vostra serenità interiore e la vostra capacità di corrispondere con gli altri. E’ strutturato per cambiare il vostro atteggiamento mentale, per evitare che ricorriate all’aggressione e alla violenza quando siete sotto tensione, e indurvi invece ad un comportamento che impedisca o concluda i conflitti.

L’Aikido è fatto per darvi il coraggio delle vostre convinzioni.

Gli elementi essenziali del dojo sono: impegno, collaborazione, disciplina, ordine, cortesia e fede nello scopo per il cui conseguimento i membri del dojo stanno impegnandosi.

Come si realizzano in pratica?

Primo, gli studenti del dojo devono essere corresponsabili del benessere comune e della manutenzione del dojo. Il dojo non è un liceo nel quale personale stipendiato attende alle sue necessità. Gli studenti stessi del dojo devono provvedere alla pulizia, considerandola come un esercizio spirituale; l’aspetto del dojo riflette la condizione interiore dei suoi studenti. Aver cura della pulizia personale è ritenuto un atto di considerazione e di rispetto per voi stessi, per i vostri compagni e per l’arte dell’Aikido.

Lo studente di Aikido deve tenere in ordine e pulito il suo corredo e le sue armi. Non deve lasciare in giro i suoi effetti personali, ma collocarli in ordine negli appositi moduli. deve sapere in qualsiasi momento dove si trovano le sue armi.

Anche se la collaborazione è di primaria importanza, il dojo non è una democrazia.

Dal vostro Sensei, scendendo attraverso la gerarchia che passa per i sempai ed i kohai, deve correre una catena di umiltà ed obbedienza rafforzata dal reciproco rispetto. Gli studenti anziani devono dare il buon esempio ai più giovani e devono rafforzare e sostenere gli insegnamenti del loro Sensei. Spetta agli studenti anziani accertarsi che i più giovani fruiscano di un allenamento completo e che venga eseguito il lavoro necessario.

Gli studenti più giovani devono rispettare gli anziani e non discuterne le istruzioni. I nuovi arrivati nulla conoscono della vita del dojo né dei principi essenziali dell’Aikido.Per imparare è necessario che mostrino umiltà e apertura mentale.

Gli anziani, d’altra parte, devono comportarsi in maniera da meritarsi il rispetto degli altri; non devono sfruttare la loro posizione per umiliare o trattare arrogantemente i giovani. La gerarchia del dojo non esclude affatto il rispetto che ognuno deve avere nei riguardi di qualsiasi essere umano. Nell’osservanza delle regole dell’etichetta è importante mantenere il decoro ed un comportamento disciplinato ed affabile.

Ci si deve attenere strettamente alle norme di cortesia ed esibire un aspetto piacevole e corretto sia nel vestire che nell’atteggiamento. Presentarsi sul tatami non completamente o malamente vestiti, andarsene in giro per il dojo in modo trasandato o informale, sono atteggiamenti esteriori impropri che rivelano una mollezza spirituale e mentale. Mantenere invece il giusto decoro rafforza il vostro ordine interiore.

Nel dojo di Aikido non vogliamo allevare degli assassini, né gli strappi all’etichetta vengono puniti con la morte. Tuttavia, se dimenticate o addirittura ignorate il tremendo impegno che si cela dietro agli allenamenti nelle arti marziali e la protezione assicurata appositamente dall’etichetta contro gli incidenti, sono certo che il vostro allenamento mancherà di profondità e che la vostra comprensione sarà molto limitata.

La consapevolezza che vita e morte sono i due estremi in gioco nel Budo, ve ne farà maggiormente apprezzare il significato.Imparerete inoltre ad accrescere il senso del valore della vostra vita e di quella dei vostri compagni.”

6 pensieri riguardo “Liberaci dal male…ecc… ecc…

  1. “…L’allenamento ukemi ha un grande merito dal punto di vista fisico; rafforza il corpo ed aumenta la flessibilità. Inoltre, più vi sentirete a vostro agio nell’ukemi, maggiore sarà il divertimento nella pratica dell’Aikido. Ricordo il calore e lo humor di O Sensei nel corso dell’addestramento. Raggiungere il divertimento nella pratica non vuol dire far venir meno la concentrazione; potete essere rilassati ed al contempo seri.”
    Saotome Sensei

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  2. Scopo: vedi prima riga “il cui scopo è quello di raffinare lo spirito umano e promuovere la pace nel mondo”.

    La frase che stride un pò,tipicamente giapponese,“promuovere la pace nel mondo” – “società guerriera”, si riferisce certamente ai principi del Budo nell’interpretazione di via per il mantenimento della pace, vedi “La spada che da la vita” (Munenori Yagyu), la cui sublimazione è nella “non spada” principio Aiki in modo assoluto, in sintesi la prevenzione del conflitto.

    Nel concetto di disciplina non è previsto il divertimento, appena trovo la fonte la cito.

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  3. Discorso interessante che solleva diverse domande.
    Al volo un punto che prima di altri mi interesserebbe approfondire:
    tra gli elementi essenziali del dojo mi soffermo su
    “fede nello scopo per il cui conseguimento i membri del dojo stanno impegnandosi”
    qual è questo scopo?

    Altri dubbi a latere:
    l’accostamento “raffinare lo spirito umano” / “dojo religioso” mi è chiaro,
    non lo è invece l’accostamento “promuovere la pace nel mondo” – “società guerriera”

    @ Lu Ternanu
    a parte il jogging e lo spinning non vedo nel discorso di Saotome comparire parole o argomenti riconducibili alla “gioia” od al “divertimento”…
    Forse anche Saotome è tra i tanti che non capiscono che “praticare in modo marziale” non esclude che ci si possa divertire, e anche tanto… 😛
    PS
    “Vae victis!”

    The Supervisor aka Gabriello

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  4. l’aikido non è come il jogging, lo spinning…non è un’occasione per vedere gli amici e andarsi a fare una mangiata ogni tanto (cose che poi vengono certamente naturali dopo l’amalgamarsi del gruppo).
    la disciplina, la consapevolezza di sè stessi e degli altri, la cortesia (le altre sono nel testo) si imparano nel dojo, dove tralaltro si cresce senza la competizione che ormai sembra insinuarsi ovunque come requisito necessario; purtroppo sono in tanti a non capire che praticare in modo “marziale” (parolone) non esclude assolutamente che ci si possa divertire, e anche tanto…
    Tuttavia attualmente, e la cosa non è necessariamente un male, “Rex, in regno suo, Imperator est” come dicevano i nostri antenati (anzi i miei, i vostri erano cornutissimi galli/germanici…eh eh eh)

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  5. Interessante l’articolo. Condivido la difficoltà a raggiungere tutto quanto scritto qui sopra, sopratutto “visti i tempi che corrono” (per abusare ulteriormente di una frase fatta). E’ a dir poco anacronistico. Sarei curiosa di sapere se si parla anche di metodo…

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