Alcune personali riflessioni, e domande…

Girando per il web e parlando con la gente ho spesso la sensazione di non essere “inserito” correttamente nel mondo delle arti marziali.

Questa sensazione deriva dal fatto che molte persone che mi vengono nominate non le conosco, che il tal maestro e il tal altro istruttore sono per me dei perfetti sconosciuti pur essendo essi almeno campioni di categoria nella loro specialità e profondi conoscitori di tutta una serie di altre arti marziali.

Suscita molta curiosità nei miei interlocutori il fatto che io non abbia la benchè minima conoscenza di questi soggetti, spesso sono vicini di casa, che nel loro campo appaiono come dei mostri di bravura o di saggezza ad allievi e conoscenti.

Devo confessare che anch’io mi chiedo se sia possibile vivere nello stesso ambiente e non incrociarsi mai, per la verità la domanda dura poco, ne ho sempre di nuove e più interessanti.

Rimane però la curiosità ed essendo per mia natura un’affamato di conoscenza cerco puntualmente di saperne di più.

Di solito la ricerca comincia verbalmente da chi mi nomina per la prima volta il presunto maestro che abitualmente esorta così:_ “devi conoscerlo per forza fa aikido, ma anche jujitsujujutsukempodaitoescrimakalithaykaratejudosumosambocapoeira,talvolta mette i dischi al calcinculo della sagra della parrocchia e, come il brigadiere Pasquale Zagaria ama la mamma e la polizia! Come? Non lo conosci? E’ bravissimo, fa arti marzianE da quando era bambino!”.

Premetto una cosa, se faccio l’insegnante,( e NON il maestro o l’istruttore) di aikido è per caso, e soprattutto per poter praticare aikido, cosa che di suo mi impegna totalmente.
Se faccio aikido forse confino con quel mondo di tizi discutibili che è il mondo marziale, lungi da me voler sconfinare, non credo mi basterà tutta la vita per conoscere a sufficienza l’aikido, figuriamoci se ho il tempo di gironzolare a raccogliere nozioni enciclopediche di mille altre discipline o sport.

Ma continuiamo con le ricerche, quale posto migliore della rete per poter farsi un quadro della situazione?
Tutti si fanno un sito in internet, ne state leggendo uno, quindi niente di più facile.

Ecco che mi si apre un mondo, nomi altisonanti o aggressivi, grafiche degne di videogames, loghi fiammeggianti, links a scuole per corpi speciali e video dimostrativi di tecniche di soppressione rapida usate nei reparti speciali dei più temuti eserciti del pianeta. Serie di immagini del titolare dei corsi in pose che neanche Karate kid avrebbe il coraggio di proporre per la palese quanto plastica inutilità.
Gallerie fotografiche dove si documenta la presenza a manifestazioni interdisciplinari internazionali corredate dalle rituali foto a fianco dei vari maestri in posa “Benitica”, (per la verità spesso i maestri sono in posa “Benitica invertita”, cioè con una vistosa panza sporgente molto poco marziale).

Ma come si può nel terzo millennio continuare a prendere in giro la gente così?
Oppure la gente vuole avere a che fare con questi eterni adolescenti con il mito del supermachofurlàn?

Fare le persone serie e pensare al benessere a tutto tondo dei propri studenti, ad una loro crescita individuale e di gruppo serve a qualcosa o basta battersi forte il petto come dei gorilla per essere credibili?

Con queste domande a cui non so rispondere vi lascio in attesa di un’illuminazione.

FTE.

4 pensieri riguardo “Alcune personali riflessioni, e domande…

  1. questo piccolo articolo mi trova perfettamente d’accordo…
    e vorrei segnalare come voi, intesi come praticanti di aikido, possiate essere considerati per certi versi addirittura più fortunati.
    Io pratico karate e questo atteggiamento di battersi il petto e di vantare blasonate amicizie si amplifica in maniera esponenziale per l’esistenze di mille federazioni e di mille gare diverse..la vostra via non prevede competizioni e in un certo senso vi preserva dall’orrida pratica della compilazione dei palmares e dei curriculum di gara.
    purtroppo pagheremo le conseguenze di questa corsa al primato

    Elia (Verona)

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  2. Effettivamente, in un mondo dove tutti vogliono essere (o sentirsi, o almeno apparire) “arrivati”, un percorso come l’A. dove l’arrivo – per definizione – non esiste non è molto allettante…

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  3. Che dire,
    a me fa un po sorridere questo facile entusiasmo.
    In effetti si, vedo che in molti casi è molto più redditizio battersi il petto come dici tu, anche perchè risulta essere un messaggio ben più immediato e di facile comprensione: o ti piace o non ti piace. A me personalmente, facendo aikido, piace dare a questa attività un significato più ampio di ciò che si può vedere da una lezione: la considero cioè un percorso formativo, una ricerca, una Via se vuoi, un qualcosa di non ben definito ma che sai che esiste: come un susseguirsi di colline: ogni volta che arrivi in cima ne vedi un’altra e ti chiedi cosa ci sia dall’altra parte. Credo comunque che il mondo sia abbastanza grande da poter lasciar spazio per tutti, e guai se così non fosse, perchè il bello è proprio poter scegliere, trovare qualcosa che piace, che da soddisfazioni e perseguire, perseverare, fiduciosi.

    Ciao a presto

    Gianluca (Torino)

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  4. E’ la differenza tra quelli che fanno per essere e quelli che fanno per apparire.

    E’ un po’ come tutti gli aspiranti artisti, il cui sogno è essere un attore/cantante/ballerino FAMOSO, e non essere un BRAVO attore/cantante/ballerino…

    Probabilmente tra due ipotetici genii della lampada, di cui uno offrisse la possibilità istantanea di suonare uno strumento “così e così” e un altro di farlo in modo DIVINO, ma solo nella solitudine della propria cameretta, la gente sceglierebbe senza dubbio il primo.

    Un corso di arti marziali/trucchi acrobatici/pose benitiche in dieci lezioni da mostrare in spiaggia farebbe il pienone.

    Nel deserto, prima di trovare il petrolio bisogna scavare parecchio (e sapere dove scavare) e le palme dell’oasi sono molto più appetibili..

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